Magneto, il cui vero nome è Erik Lehnsherr, è un potente mutante e supercattivo, antagonista principale degli X-Men. Magneto appare nella serie animata targata Disney+ "X-Men ’97", revival dell'omonima serie animata del 1992. Il personaggio è doppiato da Matthew Watterson.
Storia[]
Erik Lehnsherr era uno dei più potenti ed influenti mutanti della Terra, vecchio amico del professor Charles Xavier, mentore e fondatore degli X-Men, considerava i mutanti evolutivamente superiori agli umani e rifiutava la possibilità di una pacifica coesistenza fra le due razze, cosa che lo portava spesso a scontrarsi con Xavier e il suo gruppo, che invece sposavano una filosofia completamente opposta.
In seguito alla morte di Xavier, Erik venne nominato erede della proprietà, nonché nuova guida degli X-Men, da Charles in persona.[1] Inizialmente diffidenti nei suoi confronti, gli X-Men si opposero categoricamente alla sua leadership e quando le forze delle Nazioni Unite arrivarono presso la X-Mansion per arrestarlo in seguito ai numerosi atti di terrorismo compiuti dal mutante in passato, Magneto, sperando di ottenere sia la fiducia degli X-Men che degli umani, decise di arrendersi pacificamente e consegnarsi alle Nazioni Unite per sottoporsi a un giusto processo. Durante il processo tuttavia, gli Amci dell'Umanità, guidati da X-Cutioner, presero d'assalto l'edificio e gli X-Men aiutarono i militari a contenere la situazione. Intenzionato a colpire Magneto con un raggio di radiazioni concentrate capaci di depotenziarlo per sempre, Tempesta riuscì ad intercettare il colpo di X-Cutioner e difendere il compagno, perdendo tuttavia i poteri. Proteggendo gli umani e sventando l'attacco, Magneto riuscì a guadagnarsi la grazia e ad ottenere che la nazione mutante di Genosha venisse annessa alle Nazioni Unite.[2]
In occasione dell'annessione della nazione mutante di Genosha alle Nazioni Unite, Rogue e Gambit accompagnarono Magneto su Genosha, convocato dal Consiglio interno per discutere di una decisione della massima importanza: i mutanti desideravano renderlo il loro leader e l'uomo accettò a patto che Rogue venisse proclamata "regina" al suo fianco. In tale occasione, Rogue e Magneto decisero di riaccendere la loro storia d'amore perduta da tempo, a scapito di Gambit. Magneto era infatti l'unico a potere sopravvivere al suo tocco letale grazie ai suoi poteri magnateci, e lei non poteva neanche avvicinarsi a Gambit senza indossare i suoi guanti. Durante il gala per celebrare l'annessione di Genosha alle Nazioni Uniti, Rogue accettò l'offerta di Magneto di guidare la nazione mutante al suo fianco, tuttavia, nel corso di un ballo romantico insieme, realizzò di non provare più gli stessi sentimenti per Magneto: il suo cuore batteva infatti per Remy e la donna scelse proprio lui infine.[3]
Quando Genosha venne rasa al suolo da un'esplosione provocata da una Sentinella Master Mold qualche secondo più tardi, causando la morte di diverse centinaia di mutanti, Rogue, Gambit e Magneto combatterono per proteggere i sopravvissuti. Gambit sfruttò il suo ultimo respiro per far esplodere il robot assassino, mentre Magneto morì nel tentativo di proteggere il giovane Leech e i Morlocks da un raggio d'attacco mortale.[3]
In realtà sopravvissuto al genocidio, Magneto era tenuto prigioniero da Bastion, esecutore del massacro che intendeva sfruttare l'evento per iniziare una guerra di 300 anni che avrebbe portato alla schiavitù dei mutanti in un'utopia umana.[4] Liberato da Valerie Cooper, Magneto scatenò i propri poteri per interferire con le correnti elettro-magnetiche a livello mondiale, disattivando al tempo stesso le Sentinelle Prime di Bastion e privando gli umani della corrente elettrica.[5] Temendo che il vecchio amico potesse dichiarare guerra sia alle macchine che agli umani, Charles Xavier, rivelato essere vivo e ospite dell'imperatrice Shi'ar Liliana Neramani, fece ritorno sul pianeta Terra, spedendo una squadra di X-Men sull'asteroide M, la sua base, per fermarlo.[6]
A bordo dell'asteroide M, Xavier tentò di prendere il controllo della mente di Magneto, sebbene il tentativo potesse finire per fratturare le menti di entrambi, pur di ripristinare l'energia sulla Terra. Il Gold Team tentò di fermare Bastion una volta per tutte ma quest'ultimo, potenziandosi con la tecnologia del futuro di Cable, riuscì ad avere la meglio e spalancando le ali, si diresse verso l'asteroide M di Magneto per farlo schiantare contro il pianeta Terra. Con l'aiuto di Xavier, Magneto riuscì ad inviare l'asteroide nello spazio, risparmiando la Terra. L'oggetto esplose e con esso, la maggior parte degli X-Men a bordo dell'asteroide.[7]
Sei mesi dopo, Alfiere svelò a Forge che gli X-Men non erano andati per sempre come tutti credevano, ma intrappolati nel tempo in seguito all'esplosione. Rogue, Nightcrawler, Bestia, Xavier e Magneto ad esempio si ritrovarono catapultati nell'Antico Egitto del 3000 a.C. dove incontrarono En Sabah Nur, una versione più giovane di Apocalisse.[7]