Storia[]
All'ispettore Flint venne assegnato il caso della scomparsa di Tony Stark. Flint incontrò i dipendenti di Stark, Harold Hogan e Virginia Potts, che sospettavano che Iron Man (che in realtà era l'alter ego di Stark) era coinvolto nell'assenza di Stark.
Quando Flint e i suoi uomini arrivarono alle Industrie Stark, entrarono nell'ufficio di Stark e sorpresero Iron Man mentre recuperava degli oggetti da una cassaforte. Il Vendicatore Dorato riuscì a chiarire le sue intenzioni quando fece notare che la cassaforte non era stata forzata, quindi aveva il permesso di usarla. All'ispettore Flint venne quindi consegnata una nota scritta da Iron Man per giustificare l'assenza della sua identità civile. Tuttavia, una volta analizzata la lettera, non furono trovate impronte digitali (perché Stark indossava i guanti dell'armatura), portando Flint a sospettare la paternità della lettera. Quando Iron Man decise di fuggire, gli agenti gli spararono, ma Flint chiese loro di fermarsi perché non era stato ancora giudicato colpevole di nulla.[2]
Un mese dopo la "scomparsa" di Stark, l'ispettore Fint si avvicinò di nuovo a Potts e Hogan per interrogarli su Iron Man, e loro lo aiutarono volentieri. Dopo che Stark fu trovato vivo ma apparentemente morto a causa di un misterioso raggio di energia proveniente dal cielo che fece esplodere la sua villa, l'indagine fu passata al governo e Flint fu sollevato dal caso.[3]