Il personaggio di N'Jobu è interpretato dall'attore Sterling K. Brown e viene introdotto nella Fase 3 del Marvel Cinematic Universe a partire dal diciottesimo film in assoluto della saga cinematografica, intitolato "Black Panther".
Storia[]
Passato[]
N'Jobu era il figlio minore del re Azzuri del Wakanda, nonché fratello minore del principe ereditario T'Chaka. Cresciuto come un membro della Golden Tribe, quando il fratello T'Chaka ereditò la guida del regno, nonché il mantello di Pantera Nera, N'Jobu si trasferì ad Oakland in California, dove si unì ai War Dogs con l'obiettivo di fornire ai neri repressi e discriminati in tutto il mondo le armi wakandiane necessarie per combattere i loro oppressori e dare il via a una rivoluzione. A tale scopo, assunse il mercenario Ulysses Klaue per superare le difese wakandiane e rubarne le risorse di vibranio.
Durante questi anni, N'Jobu conobbe una donna americana dal quale ebbe un figlio di nome Erik.[2]
Morte, 1992[]
Quando il trafficante di armi Ulysses Klaue attaccò il Wakanda, rubando circa tre quintali di vibranio, innescando una gigantesca bomba al confine per fuggire, re T'Chaka capì che l'uomo doveva essere stato aiutato dall'interno, da nientepopodimeno che il fratello minore, il principe N'Jobu. Colpevole di alto tradimento, si recò ad Oakland in California dove il fratello gestiva la sua rete di traffico illegale per prelevarlo e sottoporlo alla decisione del Consiglio.
Per liberare le comunità di origini africane disseminate in tutto il mondo, inondate da droghe e armi, da discriminazione, schiavitù e oppressione, N'Jobu svelò al fratello di avere rubato quel vibranio per fornire loro le scorte necessarie da difendersi e progredire. Con le armi in vibranio avrebbero potuto rovesciare ogni tiranno e il Wakanda avrebbe potuto governare quei paesi nel modo più giusto. Ma N'Jobu era consapevole che il fratello non lo avrebbe mai appoggiato e così aveva deciso di agire alle sue spalle, alleandosi con Klaue e tradendo la nazione. Ribellandosi, N'Jobu puntò la sua pistola contro il fratello e la sua spia, Zuri, costringendo T'Chaka ad ucciderlo per risparmiare la vita di quest'ultimo.
Per mantenere segreta la tragedia che si era consumata in quell'appartamento di Oakland, T'Chaka fece promettere a Zuri di non raccontare ad anima viva quanto fosse accaduto quella notte. I due, inoltre, abbandonarono a sé stesso il figlio che N'Jobu aveva avuto, il giovane N'Jadaka, perché nessuna spia wakandiana potesse mai scoprire della sua esistenza.[2]