Storia[]
Quando Dottor Destino salì al trono di Latveria, volle legittimare la sua posizione con una cerimonia di incoronazione in cui il legittimo monarca, il principe Rodolfo Fortunov, cedeva volentieri la corona a Destino con tutti i documenti ufficiali, in cambio di essere esiliato invece che giustiziato. Rodolfo, che intendeva riprendere il trono, si rifiutò di farlo. Destino imprigionò segretamente Rodolfo nelle sue segrete e costruì una automa con le sembianze di Rodolfo: un robot muto che avrebbe impersonato Rodolfo durante la cerimonia. Dato che la posizione di Rodolfo era scomoda, il fatto che non parlasse era giustificabile.[2]
Una volta diventato re, Destino ordinò a un servitore inaffidabile di distruggere il robot. Questa persona invece consegnò il robot al vero Rodolfo, che era appena scappato. Rodolfo iniziò quindi a usare il robot come suo duplicato per qualche missione pericolosa; migliorò il robot in modo che potesse parlare ed essere controllato da lui da lontano.[2]
Rodolfo, diventando il leader della Resistenza Latveriana, organizzò quindi un audace tentativo contro Destino. Infiltrò un'agente, Ramona, a Castello Doom in modo che potesse disattivare le difese del castello. Rodolfo quindi inviò il robot a guidare le sue truppe in un attacco al castello, utilizzando armi avanzate tra cui jetpack e fucili ad alta tecnologia[3] forniti dall'alleato alieno di Rodolfo, il Senza Volto.[2] Anche se utili contro la carne da cannone Servo-Guardie di Destino, erano meno efficienti con i servitori più potenti di Destino.[3]
Il robot e alcune delle sue truppe furono circondati da diversi ologrammi di Destino e da un Doombot che impersonava Destino stesso. Non furono in grado di identificare chi fosse il vero nemico finché il Doombot non li attaccò con una pistola. Quindi combinarono il fuoco e distrussero il Doombot, solo per scoprire che non avevano mai affrontato il vero Destino e, inoltre, Destino aveva usato la sua Ipno-Sonda per prendere il controllo delle loro menti durante la scaramuccia.[3]
Il robot Rodolfo venne imprigionato vicino alla cella di Ramona, ma il robot scappò piegando le sbarre della cella. Fu poi intercettato dallo stesso Destino, che lo interrogò. Il robot riconobbe la sua vera natura e quindi cercò di scappare con una manovra suicida: intendeva solo essere distrutto in modo che Destino non potesse apprendere nient'altro da lui. Infatti, una Servo-Guardia fece a pezzi il robot prima che Destino potesse fermarlo.[2]
Poteri[]
- Telecomando.[3]
- Capacità di autodistruzione.[3]
- Forza sovrumana sufficiente a piegare le sbarre di metallo dei sotterranei di Destino.[3]
Debolezze[]
I sensori del robot non erano in grado di distinguere un ologramma dal vero Dottor Destino o da un Doombot. Il robot era anche vulnerabile alla Ipno-Sonda.[3] Inizialmente, il robot non era in grado di parlare, ma alla fine riuscì a superare questo difetto.[2]
Equipaggiamento[]
- Armi da fuoco.[3]